Stop agli sprechi!
VOGLIAMO NUOVE LEGGI PER METTERE FINE AGLI SPRECHI

Stop agli sprechi!

Vogliamo nuove leggi per mettere fine agli sprechi

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1532 persone che hanno firmato la petizione

Arriviamo a 5.000 firme!

IL PROBLEMA

Nei mercati all’aperto, i cosiddetti mercati “rionali”, ogni anno si registra un enorme spreco alimentare: circa 28.300 tonnellate di frutta e verdura ancora edibile vengono scartate perché non più “belle” o almeno non abbastanza per “soddisfare” le regole del mercato.

Il calcolo è presto fatto se si considera che solo noi di RECUP, nei 19 mercati rionali in cui eravamo presenti tra Roma e Milano nel 2024, abbiamo contribuito a salvare 96 tonnellate di cibo (che diventano 328 tonnellate se si considerando anche i mercati ortofrutticoli all’ingrosso) e che, secondo stime di Confesercenti, il numero dei mercati rionali in Italia è nell’ordine di 5.600.

I mercati rionali animano centri e periferie urbane e costituiscono un bacino prezioso di risorse e vitalità anche in contesti di marginalità, dove andare al mercato è sempre più anche un momento sociale e di condivisione, tuttavia le statistiche sullo spreco sono scoraggianti.

La selezione all' ingresso

Il numero che abbiamo calcolato è largamente sottostimato. Oltre allo scarto del cibo che viene fatto all’atto della vendita, infatti, una preoccupante selezione viene fatta anche all’ingresso dei mercati stessi. Il Regolamento UE 543/2011, modificato dal Regolamento 428/2019, definisce le caratteristiche di forma, dimensioni e aspetto estetico che frutta e verdura devono avere per poter essere commercializzate.

Queste norme, se da un lato, mirano a garantire la qualità e la sicurezza dei prodotti alimentari, inclusi quelli venduti nei mercati rionali, dall’altro hanno come conseguenza un significativo impatto sullo spreco alimentare. Si genera in questo modo lo scarto di enormi quantitativi di cibo, che sfuggono alle statistiche ufficiali, semplicemente perché non rispondono a criteri “estetici”.

Lo scarto dei consumatori

Le attuali norme inoltre indirettamente contribuiscono a consolidare una percezione errata della qualità nei consumatori, spingendoli a preferire solo prodotti che soddisfano certe caratteristiche e a scartare frutta e verdura “diversamente bella” ma perfettamente edibile e, dal punto di vista nutrizionale, perfettamente valida. Questa abitudine allo scarto e queste norme sono evidentemente in controtendenza alle pratiche tanto caldeggiate dagli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite nell’Agenda 2030 e rende evidente un divario normativo tra standard di qualità e pratiche sostenibili che è necessario colmare.

Stop agli sprechi

Noi di RECUP ci impegniamo ogni giorno per lottare contro lo spreco alimentare, invertire questa tendenza e ridare valore sociale al cibo che ha perso valore economico.

Per questo ti invitiamo oggi a leggere le nostre proposte concrete rivolte alle istituzioni e firmare la nostra petizione!

A CHI CI RIVOLGIAMO?

Ci rivolgiamo ai rappresentanti di Governo e Parlamento italiano, all’ANCI Associazione Nazionale Comuni Italiani e, in particolare, al Tavolo di coordinamento per la prevenzione e il contrasto degli sprechi alimentari costituito ex art. 8 L. 166/2016 e alla 9° Commissione permanente – Senato della Repubblica (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare).

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COSA CHIEDIAMO?

Chiediamo che il recupero di frutta e verdura invenduta nei mercati rionali sia oggetto di un provvedimento legislativo a carattere nazionale in cui vengano previsti normativamente i seguenti obblighi:

  1.       istituzione di aree di recupero e redistribuzione del cibo nei mercati rionali, dove i commercianti ambulanti possano portare la frutta e la verdura invenduta, in modo che possa essere redistribuita a chi ne fa richiesta, senza distinzioni,
  2.       assegnazione delle aree di recupero alle organizzazioni del terzo settore, senza oneri a carico delle stesse, perché la redistribuzione avvenga secondo criteri etici e senza l’obiettivo di lucrare, bensì con il solo obiettivo di raggiungere quante più persone possibili che fanno richiesta del cibo rimasto invenduto,
  3.     incentivi economici, anche eventualmente nella forma di sgravi fiscali per i commercianti rionali che decidono di conferire le eccedenze alimentari nelle aree di recupero (per esempio, minori tariffe comunali),
  4.       istituzione di una campagna di sensibilizzazione sullo spreco alimentare a livello nazionale che preveda iniziative di informazione dei consumatori e percorsi di formazione per gli operatori del settore alimentare che faticano a cambiare modelli organizzativi e sono ancora troppo poco attenti agli sprechi alimentari,

Chiediamo inoltre la nomina di un rappresentante di Associazione RECUP tra i membri del Tavolo di coordinamento per la prevenzione e il contrasto degli sprechi alimentari, nell’ambito dei “quattro rappresentanti designati dalle associazioni comparativamente più rappresentative della distribuzione”.

FERMIAMO GLI SPRECHI ALIMENTARI

RECUP Associazione di Promozione Sociale

Sede Legale in via San Giacomo 32/B Milano, 20142

C.F. 97759920156

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